
Viviamo in un’epoca segnata da continue trasformazioni del mondo del lavoro. Stabilità e instabilità non sono più condizioni opposte, ma aspetti che convivono nella quotidianità professionale, influenzando percezioni di sicurezza, soddisfazione e dignità personale. Proprio per esplorare queste dinamiche complesse, il progetto NEST4Work ha dato vita a un Road Tour itinerante, pensato per promuovere il dialogo e la riflessione sulle sfide del lavoro contemporaneo attraverso incontri, eventi e attività coinvolgenti.
La prima tappa di questo percorso si è tenuta il 20 marzo 2025, integrandosi nello Sloworking Day, il festival del lavoro a ritmo di vita organizzato dall’associazione Sloworking, partner del progetto. La giornata è stata una preziosa occasione per raccogliere testimonianze, confrontarsi con esperti e avviare riflessioni partecipative sul tema delle nuove forme di stabilità e instabilità lavorativa.
Il cuore del Convivium: voci, cartelloni e confronto

L’incontro si è aperto con una modalità partecipativa chiamata WorkCafé: quattro gruppi di discussione hanno lavorato su due macrotemi, stabilità e instabilità lavorativa, producendo cartelloni ricchi di parole chiave, emozioni e narrazioni.
Stabilità lavorativa
La stabilità è stata vista come un investimento personale: permette di costruire relazioni, sviluppare competenze e proiettarsi in una visione di lungo termine. Garantisce autonomia economica, ma soprattutto sicurezza emotiva. Tuttavia, non è stata idealizzata: è stato sottolineato come possa generare noia, oppressione o senso di immobilità.
Instabilità lavorativa
L’instabilità, inizialmente vissuta come fonte di insicurezza, è stata riletta anche in chiave positiva: stimolo alla crescita, spazio per la flessibilità e la creatività. Le emozioni legate a questa condizione sono complesse: paura e frustrazione convivono con sfida e orgoglio. Centrale il tema della rete: amici e famiglia come punti d’appoggio nei momenti difficili.
“Il non-standard è il nuovo standard”: il contributo di Laura Galuppo
Laura Galuppo, psicologa del lavoro, coordinatrice di NEST, ha sottolineato come quello che un tempo veniva definito “lavoro non standard” sia ormai diventato la nuova normalità lavorativa. Non sarebbe, quindi, il tipo di contratto a determinare il senso di stabilità, ma la qualità dell’esperienza vissuta. In particolare, bisognerebbe essere in grado di andare oltre lo stigma culturale legato all’instabilità lavorativa per riuscire a cogliere anche tutte le opportunità che una condizione lavorativa di tal genere ha da offrire.
La dott.ssa, nel suo intervento, ha parlato anche dell’ambivalenza che caratterizza il mondo del lavoro contemporaneo: il lavoro può offrire libertà e creatività, ma anche disorientamento e sofferenza. Infine, Galuppo ha sottolineato come si stiano affermando nuove forme di disagio legate al mondo del lavoro, prima tra tutte la sofferenza etica, che emerge dal mancato riconoscimento del proprio valore, da ritmi lavorativi insostenibili o dalla scarsa autonomia lavorativa.
Benessere, passione e disincanto tra i giovani lavoratori: il contributo di Andrea Bonanomi
Andrea Bonanomi, ricercatore del team NEST4Work e co-autore del Rapporto Giovani curato dall’Istituto Toniolo, ha condiviso alcuni risultati della recente indagine condotta su 2000 giovani tra i 18 e i 34 anni, soffermandosi sul rapporto tra giovani e lavoro. Ne emerge che il lavoro non è più solo una fonte di reddito o carriera, ma un mezzo per stare bene. I giovani cercano nel lavoro senso e benessere personale, spesso più che status o denaro.
Altro aspetto rilevante emerso dalla ricerca è che, se prima il lavoro era sinonimo di dovere, ad oggi diventa sempre più espressione di passioni personali. Si è visto, però, come la centralità della passione nel proprio lavoro tenda a diminuire dopo i trent’anni, lasciando spazio a disincanto e pragmatismo. Si affacciano allora fenomeni come il quiet quitting, segnali di una distanza crescente dal modello tradizionale di lavoro ereditato dalle generazioni precedenti.
Emozioni condivise per allearsi contro le disuguaglianze: il contributo di Giulio Stumpo
Giulio Stumpo, economista e presidente di ACTA, Associazione dei Free lance Italiana, ha posto l’accento sull’importanza delle emozioni condivise nella costruzione di movimenti sociali capaci di combattere le disuguaglianze.
Ha ricordato che, secondo la Costituzione, il benessere sociale richiede azioni collettive. Da 20 anni, ACTA promuove il lavoro equo e valorizza l’associazionismo per il benessere collettivo.
Conclusione: un nuovo vocabolario per il lavoro che cambia
Il Convivium ha messo in luce l’urgenza di ripensare il linguaggio del lavoro. Stabilità e instabilità coesistono, e termini come emozioni condivise, riconoscimento e benessere sono cruciali per la rappresentazione e l’organizzazione del lavoro contemporaneo.
Questa prima tappa del Road Tour NEST4Work rappresenta solo l’inizio di un viaggio che proseguirà in diverse città italiane, promuovendo il confronto aperto e continuo sul futuro del lavoro e della solidarietà professionale.